Teatro

Luciano Melchionna e la sua 'Dignità' di Artista

Luciano Melchionna e la sua 'Dignità' di Artista

Vincitore di diversi premi, personaggio eclettico, sperimenta con rispetto e devozione tanto per l’artista quanto per il pubblico.

Dal 2007 porta in scena un successo che si riconferma annualmente. Il suo Dignità Autonome di Prostituzione è diventato un cult. Storie sempre nuove, artisti che si alternano sui palchi italiani, un ‘bordello’ di gente a servizio dell’arte. Luciano Melchionna è drammaturgo, sceneggiatore, attore, regista teatrale e cinematografico. Difficile identificare cosa gli riesce meglio dato che fonde con molta facilità tutti questi suoi talenti in un unico abbraccio. Vincitore di diversi premi, personaggio eclettico, sperimenta con rispetto e devozione tanto per l’artista quanto per il pubblico. In occasione del debutto al Teatro Brancaccio di Roma per l’odierna edizione di Dignità, abbiamo approfondito la conoscenza. Ed è emerso che...

La scelta del titolo mi incuriosisce. Come è nata l’idea?                                                                                    
E’ nata a Pompei, dove io e Betta stavamo lavorando ad uno spettacolo. Raccontavamo storie dentro ad alcune stanze. Allora ci è venuta l’idea di trasferire quelle stanze in una ‘casa chiusa’ e ci siamo chiesti ‘come possiamo chiamarle?’ Chi ha detto ‘Dignità’ chi ‘autonome’ ed alla fine ‘si ma di prostituzione!’ Il progetto è nato per ridare valore, tutela mettendo l’accento sulle dignità artistiche ‘ridotte’ in questo stato, quello che vivevamo noi in fin dei conti, creando un ambiente ‘protetto’. Poi al progetto, che è in continua evoluzione, ho effettuato alcune modifiche, lavorando personalmente sull’idea della ‘famiglia’, la struttura, la scrittura dei monologhi fino ad arrivare alla canzone ‘Occhi dentro agli occhi’ che è uno dei punti centrali dello spettacolo.

Come avviene la scelta degli attori e l’assegnazione delle ‘pillole di piacere’ per intrattenere il pubblico?
La selezione è intensa e la scelta verte sull’uomo/donna e l’artista. Questo perchè è necessario affrontare un lavoro personale, il ‘teatro competitivo’ non funziona. Monto i pezzi con loro. Effettuo almeno tre sopralluoghi a teatro, scelgo le stanze, seguo l’istinto cercando di capire quali esigenze possano trasferire gli attori all’interno del pezzo. Intanto scrivo, guardandoli negli occhi. Ho sviluppato (o forse mi apparteneva già) una capacità maieutica, sento quando l’attore ha una urgenza di raccontare qualcosa. Per quanto il format sia molto cinematografico (gli attori ‘recitano’ a brevissime distanze) li preparo per il teatro, cercando di trasmettere qualcosa che non risulti mai costruito o finto.

Il format è frutto di una necessità personale o una scelta dettata dalla necessità della platea?             Si sposano entrambe, fondamentalmente nasce per tutelare l’artista. Il teatro è sperimentare, sperimentare non con nomi illustri ma giocando con tanti artisti. Ci deve essere scambio meritocratico, un flusso prima con gli artisti e poi tra artisti e pubblico. E’ importante che il pubblico sia avvolto nella magia, nella spettacolarità dell’evento. Il pubblico vuole ridere, che non siano risate di puro intrattenimento ma scaturite dall’emozione nella quale si rifugia. E’ importante che il pubblico sia libero di sperimentare entro una struttura ferrea e non improvvisata.

Cosa può ancora considerarsi proibito per il teatro?
Ci devo pensare appena avrò le risposte ti chiamerò (ride). Sicuramente l’arte e la qualità al momento. Io ho costruito da solo, senza avere alle spalle produzioni e senza soldi. Un fuoco dentro ha alimentato tutto questo. Ci sono luoghi dove ci si può spiengere e dire tutto quello che si pensa in totale libertà, altri meno dove per farlo bisogna agire in modo sotterraneo.

Il teatro oggi è decadente o in rinascita, indipendentemente dal periodo storico?
Paradossalmente è proprio a causa di questo periodo storico che il teatro è in rinascita. C’è un fermento potente, un risveglio della coscienza. Dire quando, come e se si assesterà è impossibile stimarlo.
Pensi che Dignità possa diventare un prodotto cinematografico?
Ci stiamo pensando e provando da tempo. Se nasce la stessa urgenza avuta per lo spettacolo teatrale assolutamente si. Per ora bastano la carne, il sangue, le viscere ed i cuori.